giovedì 31 maggio 2012

Recensione Speciale: I 20 anni di "Hanno Ucciso l'uomo Ragno" 1992/2012


Stanno tornando di moda gli 883. E stanno tornando di moda in un panorama in cui la musica "pop" italiana è divisa fra pericolosi rapper più o meno falliti e tamarri, e gruppi indie alternativi autoprodotti autocelebrativi ed autoascoltanti.

Tanto è vero che il mese scorso il sito Rockit.it ha reso scaricabile gratuitamente una compilation dall'originale nome " Con Due Deca", di ben 22 canzoni cover di tutti i maggiori successi degli 883/MaxPezzali cantate da nomi come I Cani, Ex-Otago, Dargen D'Amico, Colapesce, Amari et simili.

Parallelamente a questo, invece, il prossimo 6 Giugno uscirà la compilation "Hanno Ucciso l'Uomo Ragno 2012" , in cui tutti i brani del primo storico album del duo di ragazzi di Pavia sarà reinterpretato appunto dai più famosi rapper italiani, come Marrakesh , Dargen D'Amico, J-Ax, Fabri Fibra e via dicendo.
Per lanciare l'operazione è presente anche una canzone inedita dal titolo "Sempre Noi" cantata in duetto da Max Pezzali e J-Ax dal sapore molto nostalgico che cita di nuovo Cisco e tutti i soliti temi ed oggetti ricorrenti dei due cantanti ( le musicassette, l'america, le moto, ecc ecc...).

Bene, visto che non ho fiducia ( purtroppo ) nel prodotto che ne uscirà alla fine, voglio celebrare i 20 anni del gruppo che più mi ha accompagnato durante tutta la mia vita a modo mio, e cioè ascoltando di nuovo con voi canzone per canzone  tutto l' album, recensendole brevemente e cercando di spiegare come mai proprio gli 883 hanno creato il moderno "Pop" Italiano e lo hanno fatto in chiave neorealista.


E andiamo!



1. Non me la menare







E comincia così, con questa canzone, aggressiva e "potente" l'avventura degli 883.
Per i testi di Repetto , musicati da Pezzali, il primo singolo che viene mandato alle radio, nonchè primo brano della compilation, racconta di un giovane ribelle, che non vuole tante storie, o ti piace, o non ti piace e non farà nulla per provare a piacerti.
Il rapporto con la donna è diverso da quello che siamo abituati a sentir cantare dagli 883 , sopratutto in quella che sarà l'era post Repetto, infatti qui la donna è scocciatrice e noiosa, non capisce, è soffocante, mette limiti e prova a sedare lo spirito libero di chi canta/ascolta.
All'urlo di "Non me la Menare" , la canzone se la prende con tutti, i nerd, i precisini in giacca e cravatta, gli "ex" , gli sfigati, i discotecari... E sono già presenti alcuni dei tormentoni del gruppo, come le moto e l'influenza dell'America.

Commento finale: Manifesto Post-Paninaro




2.  S'Inkazza (questa casa non è un albergo)






In questo secondo brano, sempre scritto da Repetto e musicato da Pezzali, si segue ancora la scia della ribellione adolescenziale, questa volta però messa a confronto con la vita domestica e familiare.
La canzone infatti racconta di quanto possano essere "strette" le mura domestiche ed i genitori, ai quali non va ma bei nulla di quello che si fa.


Commento finale: Rebel without a cause




3. 6/1 Sfigato








Ancora una canzone aggressiva, ancora toni rappeggianti, per un brano che denuncia i classici tipi provinciali che già nel 1992 si gonfiavano con gli amici al bar, esagerando episodi vissuti con ragazze, e che si atteggiano a sembrare di essere qualcun'altro.
Critica a valori come il jetset, i pettegolezzi di costume, Montecarlo e in generale la "movida" della Milano da bere.
Citazione per Marco Masini, assunto ad emblema e simbolo della sfiga, e Silvio Berlusconi "pieno di donne e di Milioni" , proprio come adesso.

Commento finale:  Sfigati contro sfigato, Silvio regna.



4. Te la tiri






In questa canzone, che è un vero e proprio sfogo verso tutte quelle donne che "se la tirano" appunto, il duo se la prende con le classiche donne da copertina, provocanti ed opportuniste, che prima provocano e poi buttano l'occhio al portafoglio , e che fanno le perbenine quando in realtà sono delle vere e proprie gatte morte.

Questa è forse la canzone più "repettiana" dell'album,  talmente arrabbiata con il sesso femminile da apparire
quasi misogena , e costruita attorno ad un sound non melodico, ma spezzato, rumoroso, pieno di cori, e di rumori e versi strani. Le analogie con l'album da solista di Repetto "Zucchero Filato Nero", sono moltissime.


Commento finale: "Come mai" un par di palle.




5. Hanno ucciso l'Uomo Ragno






Ed eccoci qui.
Fare una breve recensione di questa canzone per me è molto difficile. Quindi comincio dal principio.
Fin da quando ne ho ricordo, ho sempre amato l'uomo ragno, i suoi colori, le sue battute, la voce del doppiatore dei cartoni animati che lo interpretava, tutto.
Dormivo con un "pupazzo" di Spiderman che parlava, fin da quando ho memoria, e ci ho dormito fino ai 7 anni.
Premesso tutto questo, il primo ricordo di un ascolto "consapevole" di una canzone alla radio che ho, fu proprio il testo di questa canzone che catturò la mia attenzione grazie al nome del mio eroe inserito al suo interno.
Ero in campagna, da solo, dentro alla vecchia Mercedes color panna del '62 di mio padre. I miei non so dove fossero, accendo la radio, e parte questa canzone, triste, disincantata, malinconica, anche alle orecchie di un bambino.
Ovviamente non capivo il testo all'epoca, e sopratutto non capivo cosa c'entrasse il caffè e la sua industria, ma "l'aria" che trasmetteva mi entrò nelle ossa, era una canzone epica, che ti catturava, integrando effetti ed onomatopee da fumetto con il testo della canzone ( la porta fa SLAM, i cannoni hanno fatto BANG ), e che cantava di un mondo che finisce, di una giovinezza che non può più essere vissuta, perchè arriva il momento di crescere per tutti prima o poi.
Proprio grazie alle numerose letture della canzone che si potevano avere, me la sono portata dietro per tanti tanti anni, sempre nel cuore.

Se con le canzoni precedenti il duo Pavese poteva esser scambiato per "paninaro", nel senso di leggero e disimpegnato, con questa canzone ci si distacca dai valori e dagli episodi della provincia, e si prova a raccontare di questioni più importanti, di crescita, di presa di coscienza.


Commento finale: la perdita dell'innocenza in chiave Italia anni '90




6. Con un Deca






Altro brano, altra leggenda.
"Con un Deca" è rimasta nei cuori di più di una generazione di giovani Italiani.

L'epopea di due giovani annoiati che una notte si ritrovano a girare per la propria città senza meta, una città che sta stretta, senza divertimenti, senza stimoli per chi invece vorrebbe aggredire e cibarsi del mondo , e si deve tristemente accontentare di due discoteche e centosei farmacie .

Viaggi in macchina vuoti, fra benzinai e tabaccai, per cercare di trovare se stessi, con "un Deca" come budget, e un sacco di sogni e di progetti chiusi in un cassetto.

Il futuro era stretto per i giovani Italiani del 1992, ancora prima del fenomeno del precariato, prima della scarsità di offerte di lavoro, prima che l'Italia fosse definitivamente un paese per Vecchi.

E negli anni questo senso di restrizione, come di una gabbia, per i giovani Italiani non solo è rimasto, ma si è incrementato,e la cosa più triste, è che un tempo almeno si sognava ancora, si sognava di diventare divi del Rock, di "mollare tutto ed andare a NewYork", ed adesso sembrano averci tolto anche questo, non siamo più capaci, non vogliamo più sognare.

Il testo della canzone è di Pezzali e di Repetto, che da li a poco avrebbe dato fede a questa promessa, lasciando la Band, ed andando a studiare cinema in America.




Commento finale:  Sulla strada, verso l'american dream.




7. Jolly Blue







"Jolly Blue" la sala giochi. Cambio di tono, si torna alla vita di provincia di tutti i giorni, raccontandola attraverso un luogo di ritrovo e di aggregazione che noi nel 2012 non possiamo più immaginare come nostro, ma che per l'Italia di vent'anni fa aveva la sua importanza.
La sala giochi, ed i loro clienti, l'elogio al gruppo, all'importanza dello stare bene insieme, anche se c'è chi cresce, anche se c'è chi si sta per sposare, anche se c'è chi trova lavoro, chi pensa alla macchina, e chi a metter su famiglia.
Quella "seconda casa", tempio di svago e di racconti epici, dove potevi "sentirti un signore con 50 lire".

Commento finale: In sala giochi tutto appare migliore





9. Lasciati Toccare






E concludiamo con una canzone 100% Repetto .
Il brano è stranamente denso di erotismo e di allusioni sessuali, "lasciati toccare, lasciati slacciare, sei una libidine, fai sentire cosa c'è",  non è presente l'amore, la donna è solamente oggetto erotico, e non donna angelo come diventerà più avanti con la gestione solista di Pezzali.
Le similitudini con il singolo che verrà più avanti di Repetto "Voglia di cosce e Sigarette" si sprecano, la canzone comincia e termina con dei simil - orgasmi remixati con il sintetizzatore, ed è una continua richiesta di sesso.


Commento finale:  Mauro , ti preferiamo quando parli d'America.





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E siamo giunti alla fine, mentre scrivevo , mi sono reso conto che alcune delle canzoni che amo di più sono degli album successivi, quindi probabilmente recensirò anche l'altro album storico, "Nord, Sud, Ovest, Est" decisamente più "Pezzali" e forse vero culmine artistico del duo.


Oltretutto mentre scrivevo mi sono ricordato che della diversa visione dell'amore degli 883, ne avevo già parlato in questo post, scritto agli albori del Blog , comunque, fatemi sapere cosa ne pensate! ;)











1 commento:

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