lunedì 27 febbraio 2012

Recensione WarHorse - Una Breve Opinione -




Appena tornato a casa, nonostante l'ora tarda, e la diretta webradio della rai della notte degli oscar che mi fa da sottofondo, ho deciso di spendere qualche breve riga per parlare di War Horse.

Non una vera recensione, per quella ci vorrebbero seconde visioni e un ragionamento a sangue freddo. Ma senza dubbio posso permettermi di fare alcune considerazioni importanti.

Nel 2012 infatti, è sempre più difficile trovare un certo tipo di cinema, siamo sempre più sommersi di effetti digitali, anche dove non ce ne sarebbe bisogno, un pò perchè così i produttori risparmiano, un pò perchè ormai anche un semplice paesaggio in un inquadratura è più facile "ricostruirlo" digitalmente che andare a cercarlo.

La cosa ironica a questo punto, è che proprio Steven Spielberg simbolo massimo e padre spirituale del cinema d'intrattenimento , sia in grado di ricordare all'industria cinematografica che il cinema è un altra cosa, che l'intrattenimento non è solo una questione di guadagno, e che può essere forma d'arte a tutti gli effetti.

In WarHorse , abbiamo una classica storia di guerra, un ritratto di situazioni diverse, raccontate in maniera corale, che hanno come filo conduttore le disavventure di un cavallo purosangue destinato a diventare un cavallo da guerra.

La forza del film , non si trova infatti nella storia, che può essere non troppo diversa da quella di altre decine di film, ma nel come viene raccontata inquadratura per inquadratura, scena per scena.

Abbiamo una fotografia che ammicca volontariamente ai grandi film del passato, ai grandi classici che hanno reso Hollywood la leggenda che è.
Non sarà strano infatti se durante la visione ci verranno in mente film come "Casablanca" "Via col Vento" e "Orizzonti di Gloria" ( film che per stessa ammissione di Spielberg gli fece scegliere la carriera cinematografica ).

La musica è affidata allo storico Maestro John Williams , che riesce a rendere coerente un atmosfera allo stesso tempo epica e familiare.

E poi, c'è la regia.

La regia sottolinea quelli che sono i classici temi del cinema di Spielberg, la famiglia , l'innocenza infantile ,e gli orrori del mondo degli esseri umani che turbano gli equilibri della natura.

Il tutto però avviene in un delicato crescendo sapientemente studiato, che ci introduce al film con scene rurali e molto intime, anche lente, fino a raggiungere nella seconda parte il climax estremo , veloce, delle atrocità della guerra.

Il "buonismo" di cui potrebbe essere tacciato il film , è in realtà la firma del regista, che a differenza di come ha fatto in altri suoi film dove la tematica della guerra era più centrale, in questo la lascia sullo sfondo.
Prediligendo l'importanza del raccontare tante storie diverse, il fermarsi a far riflettere attentamente dipingendo in un unico grande affresco , che è quello delle divise e stanche terre europee , diversi personaggi che arrivano a scontrarsi con le atrocità della guerra.

A mio parere , il film proprio per questo merita molto , non credo che vincerà gli oscar, ma mi auguro che serva a far riflettere sul ruolo del cinema americano, e del cinema definito "d'intrattenimento" in generale.




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